Sperimentale, controcorrente: è l’imperdibile ‘Aleph’ di Pamela Guglielmetti

La necessità di una resa di fronte ad eventi il cui corso non possiamo cambiare ( in “Lascio che sia”), il rimettersi in contatto con la nostra parte bambina (in “Un sogno per Cloe”), la ricerca dell’autenticità (in “Dio degli ultimi”) sono solo alcuni degli “affondi introspettivi” di cui il nuovo lavoro della cantautrice Pamela Guglielmetti (Aleph, La Stanza Nascosta Records) è costellato.

Guglielmetti è artista a tutto tondo, capace di far confluire nella voce un’attitudine teatrale, drammatica, incisiva. I brani, scritti a quattro mani con il co-compositore Franco Tonso, ci vengono presentati negli arrangiamenti sperimentali del produttore Salvatore Papotto, che crea suggestioni sonore dal sapore fortemente inedito.
D’altra parte Aleph è un lavoro evocativo fin dal titolo, un lavoro- se vogliamo- controcorrente, nella citazione di simbolismi astrologici ( si ascolti l’incalzante “La quarta casa”) e nell’intelaiatura filosofico- letteraria.

Un disco che merita di essere ascoltato con attenzione, per l’unione di linguaggi sonori e narrativi realizzati, per la perfezione stilistica degli arrangiamenti, per il carisma interpretativo di un’artista- Pamela Guglielmetti-che, pur senza tradire la sua natura, è in continuo divenire.

Tracklist

1) Lascio che sia

2) Alisha

3) Un sogno per Cloe

4) Uomo di carta

5) Terra di vento

6) Eternità

7) La legge del tempo

8) Dio degli ultimi

9) La quarta casa

10) Rinascere d’inverno

11) Stella del nord

12) Non andare via

di Red

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