‘Controluce siamo tutti uguali’, sorprende il primo disco di Jacopo Lorenzon

Un album difficilmente etichettabile “Controluce siamo tutti uguali” (La Stanza Nascosta Records) , esordio discografico del cantautore milanese Jacopo Lorenzon, di stanza a Milano, classe 1994.

Il disco sembra avere, volutamente, un’impronta artigianale; le strutture tipiche della forma canzone vestono testi introspettivi. Lorenzon non si limita però esclusivamente a introspicĕre, a guardarsi dentro, ma si spinge a raccontare sentimenti universali, come la rassegnazione collettiva che alberga nella intensa “Persone di cartavelina”, che può considerarsi un po’, insieme a “Dormiveglia”, il manifesto dell’album.

“Controluce siamo tutti uguali/ controluce siamo tutti neri”, canta Lorenzon in “Dormiveglia”, a sottolineare che nessuno è mai davvero limpido, ma porta con sé un carico di contraddizioni e  umana debolezza. Un carico che ci accomuna, che ci fa sentire meno soli, in un certo senso.

Un album “mottiano”, con un cantato in punta di piedi, volutamente sommesso- quasi un soliloquio- e melodie minimali, a tratti sotterranee.

“Controluce siamo tutti uguali” procede, nei testi e nelle musiche, per sottrazione; è l’offerta di un cuore messo a nudo, vulnerabile e perciò ancora più autentico.

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