Da JazzAlguerMediterrani a ‘Cocktail’, Pauz racconta Rap e Successi

Ben tredici anni di carriera solista- prima faceva parte del gruppo rap  “Fight Point Clan”, tanti dischi all’attivo (l’ultimo singolo è Cocktail, a metà tra il divertissement e l’inno generazionale, con un video esilarante), riconoscimenti e collaborazioni importanti, tra i quali l’allora produttore degli Articolo 31, Pacio. Danger of Music ha incontrato il rapper sardo Pauz, reduce dalla vittoria della quarta edizione di JazzAlguerMediterrani (il contest giovanile della rassegna JazzAlguer).

Vuoi chiarire ai non addetti ai lavori la differenza tra hip hop e rapping?

Il Rap è una delle quattro discipline della cultura Hip Hop. L’ Hip Hop è una cultura che comprende la break dance, il rap, il dj e il writing.

Tre album secondo te imprescindibili pubblicati nella golden age del rap italiano, gli anni ’90?

  1. Neffa – 107 Elementi
  2. Gente Guasta – La grande truffa del rap
  3. Kaos – L’ attesa

(FOTO DI CHIARA SECHI)

Hai mai impiegato l’ extrabeat, ossia, lo spieghiamo per chi non “mastica” il genere, il raddoppiamento della velocità nel rappato?

Si, è capitato di utilizzarlo in diverse canzoni cercando di scandire bene il tutto e dare un senso a quello che scrivevo, perché l’effetto “pubblicità dei farmaci dove non si capisce nulla” è dietro l’angolo… È una tecnica che mi ha sempre affascinato ed ho una profonda stima per chi lo fa bene.

Il testo a tuo avviso più convincente che hai scritto?

 Ad oggi ti dico “Cocktail”, il mio ultimo singolo.

Nel 2014 Mondo Marcio ha pubblicato “Nella bocca della tigre”, un concept album in cui ha campionato alcuni brani di Mina. Se dovessi pensare ad un progetto simile con un’altra cantante italiana chi sceglieresti?

Mmhhh… bella domanda! Mi cogli impreparato, ma dovendo campionare qualcosa di Italiano che ha  fatto la storia ti direi Rino Gaetano o Guccini.

La collaborazione che, negli anni, ti ha regalato maggiori soddisfazioni?

Quella con Irene Sotgiu. È la scoperta di cui vado più fiero. Lei è la mia corista, ma è anche una cantante straordinaria che fa in mondo che ogni mia canzone prenda delle linee differenti completando il tutto.

Che riscontro sta avendo il tuo ultimo singolo, “Cocktail”?

Questa canzone stava iniziando ad avere il suo seguito prima ancora che venisse registrata,(perché nacque come canzone extra da aggiungere alla mia scaletta live), sta avendo inoltre un ottimo successo nelle scuole ed è proprio grazie a questo pezzo se ho vinto il Jazz Alguer e se siamo qui oggi a fare due chiacchiere. Ne sono estremamente soddisfatto.

Quanto è forte il tuo legame con la tua terra di origine?

Come ogni Sardo che si rispetti amo la Sardegna, per me è qualcosa che ti porti dentro fino alla fine, sono  fiero di essere Sardo. La  Sardegna è però anche un grande limite, è un’isola con tutte le difficoltà che questo fatto comporta.

Ti piace la produzione del tuo conterraneo Salmo?

Salmo è un genio. Può piacere o no, ma ha capito tutto.

Una tematica che secondo te il rap ha trascurato/sottovalutato e che invece dovrebbe essere  centrale?

Non si è mai parlato di omofobia, un tema che al giorno d’oggi leggiamo su tutti i giornali, ma il rapper di oggi preferisce cantare di quanto costino le proprie scarpe e di quando ritorni sballato a  casa, peraltro- lo sottolineo- con i soldi dei genitori.

di Nadya

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