Voce ribelle del rock, una perdita dolorosissima: addio David Crosby

Se togli un anello ad una catena, una ruota ad una bici, una chitarra ad una Fender. O una bacchetta ad un batterista o il microfono ad un cantante. O meglio, il folk rock ad una generazione che ha preso forza ed ha avuto il coraggio di raccontare guerre, ingiustizie, che ha dato voce agli ultimi mettendo da parte i primi. Pezzi fondamentali di contesti che, certo, sono tutti diversi l’uno dall’altro, ma ognuno ha bisogno di tutte le sue componenti per andare avanti. CSN&Y, il supergruppo formato da Stephen Stills, Graham Nash, Neil Young, ha perso la sua ‘C’, quella di colonna portante, quella di che era David Crosby. Come pure i CSN, che precedeva il ‘super’ con l’ingresso successivo di Young. Certo, insieme ormai non si vedevano e non si sentivano più da anni, l’ultima volta, proprio insieme a Stills e Nash, Crosby aveva cantato anche in Italia, era il 2011, ma nell’immaginario di chi ama quel periodo, quella musica, quegli artisti, la morte di Crosby lascia un vuoto incolmabile. E non sono parole di circostanza.

Crosby, il baffone del rock, del folk rock, era malato da tempo, è morto a 81 anni. Ma era un testardo, seppure era stato costretto ad abbandonare quel palco che lo aveva visto crescere, muovendo i primi passi con quelli che sarebbero diventati The Byrds, insieme a  Roger McGuinn e Gene Clark. Voleva tornare a incidere, anche se “morirò presto” eppure “se ce la farò tirerò fuori altra musica. Ne ho altra in canna”. Chi lo sa, magari ce l’avrà fatta, magari il suo testamento artistico spunterà all’improvviso, prima o poi. A dare notizia della sua morte è stata la moglie Jan Dance, “grande tristezza”, rilanciata da Variety. “È con grande tristezza dopo una lunga malattia, che il nostro amato David (Croz) Crosby è morto- ha scritto la donna nella dichiarazione- Era amorevolmente circondato da sua moglie e anima gemella Jan e dal figlio Django”. E ancora: “Anche se non è più qui con noi, la sua umanità e la sua anima gentile continueranno a guidarci e ispirarci”, ha aggiunto, a proposito di Crosby, suo marito da 36 anni. “La sua eredità continuerà a vivere attraverso la sua musica leggendaria. Pace, amore e armonia a tutti coloro che conoscevano Davide e a coloro che toccava. Ci mancherà molto”.

Voce ribelle, ma soprattutto libera del rock, ha composto veri capolavori come Guinnevere, Almost Cut My Hair, Long Time Gone, Delta, Wooden Ships. Dopo l’esperienza nei The Byrds, con cui incise la famosa versione di Mr. Tambourine Man di Bob Dylan, che divenne un successo immediato quanto clamoroso, nel 1969, subito dopo l’addio, causa attrti, ai Byrds, pubblicò il primo di una serie di album insieme a Stills e Nash: l’esordio avvenne proprio con un disco che si chiamava ‘Crosby, Stills & Nash’. Senza saperlo, Crosby, insieme agli altri due compagni di viaggio, a cui si unì Neil Young, stava iniziando a scrivere la storia, che vide una tappa fondamentale nell’esperienza di Woodstock e in quella, un anno dopo, era il 1970, al Fillmore East di New York, all’Auditorium di Chicago ed al Forum di Los Angeles. Di quest’ultimo ne abbiamo traccia grazie all’incredibile live ‘4 Way Street’, uno dei migliori dischi dal vivo mai incisi nella storia del rock.

Da solista, invece, è stato capace di pubblicare un album di una bellezza rara. E’ il 1971 quando pubblicò il suo primo lavoro appunto da solista, lo struggente, straordinario If I Could Only Remember My Name, con la partecipazione di Graham Nash, Neil Young, Joni Mitchell e membri dei Jefferson Airplane, Grateful Dead e Santana. L’album fu inizialmente stroncato dalla critica ma, col passare del tempo, fu ampiamente rivalutato fino a diventare una pietra miliare del rock californiano e della cultura alternativa di quegli anni. Addirittura la sua ristampa del 1990 gli valse una preferenza inaspettata, quella de L’Osservatore Romano, quotidiano ufficiale del Vaticano, risultando al secondo posto tra gli album più meritevoli, alle spalle di Revolver dei Beatles).

“È con profonda e profonda tristezza che ho appreso che il mio amico David Crosby è morto– ha scritto su Instagram Graham Nash- So che le persone tendono a concentrarsi su quanto sia stata instabile il nostro rapporto a volte, ma ciò che è sempre stato importante per me e David più di ogni altra cosa è stata la pura gioia della musica che abbiamo creato insieme, il suono che abbiamo scoperto l’uno con l’altro, e il profondo amicizia che abbiamo condiviso in tutti questi lunghi anni. David era impavido nella vita e nella musica. Si lascia dietro di sé un vuoto tremendo quanto alla pura personalità e talento in questo mondo. Ha detto la sua mente, il suo cuore e la sua passione attraverso la sua bella musica e lascia un’eredità incredibile. Queste sono le cose che contano di più Il mio cuore è sinceramente con sua moglie, Jan, suo figlio, Django, e tutte le persone che ha toccato in questo mondo. Sui social anche lo sgomento di Stephen Stills: “A nome della famiglia Gold Hill Music di Stephen Stills, siamo devastati nell’apprendere della morte di David Crosby ed è solo il ricordo di una vita così unica e piena così ben vissuta che deve sostenerci in questo periodo di profondo dolore. David ha vissuto una vita di profonda e duratura gratitudine ed è stato un essere straordinario”.

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